lunedì 14 febbraio 2011

"Testimoni della venuta di una dea" [racconto]


Questo racconto è stato scritto per il concorso Ucronie Impure. Non sono arrivato tra i finalisti e me l'aspettavo. Il tema del concorso era qualcosa con con cui non sono familiare: l'ucronia, la storia alternativa, il ''cosa sarebbe successo se...''. Nel mio caso, ammetto di essere andato un po' fuori tema. Sono partito da uno spunto che mi era sempre vorticato in testa, ossia un'esito differente della battaglia di Azio in cui ad uscire vincitori sono Antonio e Cleopatra piuttosto che Ottaviano. Mi sono però fatto un po' prendere la mano dall'esame di storia dell'arte da cui ero reduce e sono andato abbastanza fuori tema, non trattando per niente la parte storica e concentrandomi invece sul dilemma dei protagonisti (che non sono Antonio e Cleopatra). Gli elementi ucronici ci sono, ma rimangono però sullo sfondo e non sempre intervengono nell'economia del racconto.

Vi propongo la versione originale del racconto, che ho dovuto ridurre a meno di 7000 parole per il concorso. Ringrazio questo personaggio per avermi permesso di rubare il titolo e inauguro l'allegamento delle versioni di testo dei racconti da scaricare. Al più presto provvederò a inserire anche gli altri.
Buona lettura!


DOWNLOAD PDF: Testimoni della venuta di una dea

domenica 13 febbraio 2011

"The Ill-made Mute" - The Bitterbynde: libro 1



Il primo romanzo di Cecilia Dart-Thornton (in Italia La ragazza della torre, titolo che molla subito un bello spoiler su un fatto che viene celato per buona parte del libro) è un fantasy che più classico non si può: e non lo dico come fosse un difetto, anzi. Con 'classico' non intendo nani, elfi, quest che ci portano tra tutti gli elementi geografici che possono essere contenuti in una mappa formato A4, maghi che sparano palle di fuoco e compagnia bella - insomma, la fuffa che putroppo i giochi di ruolo e gli imitatori del buon vecchio Tolkien hanno sdoganato - , ma parlo piuttosto di un ritorno al mio amato folklore. In mezzo al fantasy machista e cazzuto che pare andare di moda oggi, il mondo magico e delicato della scrittrice australiana mi è arrivato come una boccata d'aria fresca per il suo ricorrere ad elementi della tradizione popolare, in questo caso presi tutti pari pari dalle leggende irlandesi.
Abbiamo una creatura che si risveglia senza memoria dopo un misterioso incidente. Non sa nemmeno se è un maschio una femmina, è muta a causa di un incantesimo ancora più misterioso, ed è orribilmente sfigurata. Passa i primi tempi della sua nuova esistenza nella Torre di Isse, uno degli scali a cui fanno approdo le Navi del Vento che solcano i cieli di tutto il mondo conosciuto, e ascolta le storie che i servitori raccontano a proposito delle pericolose creature fatate che popolano le regioni selvagge. La creatura ben presto si stanca delle angherie a cui viene sottoposta e, una volta resasi conto che il suo corpo è quello di una ragazza, fugge dalla Torre decisa a riacquistare la memoria, la voce e un aspetto che non susciti orrore nella gente.
Inizia così una serie di avventure che la porteranno a scoprire un ricchissimo tesoro, a fare nuovamente conoscenza del mondo e a conoscere un amore probabilmente impossibile.
Nelle peripezie di Imrhien (così viene rinominata la protagonista senza nome) intervengono innumerevoli elementi della tradizione irlandese: la Caccia Selvaggia, il nuckelavee, l'each uisge, i duergar, i bovini acquatici... In molti casi, addirittura, delle storie popolari vengono prelevate intatte e messe in bocca ai personaggi. All'inizio del romanzo ho trovato questa procedura leggermente forzata, come se la Dart-Thornton le inserisse solo per il gusto di farlo; probabilmente è stato così, perché molti inserti sono del tutto gratuiti all'economia del racconto. Ma man mano che la storia avanza l'autrice sembra prendere confidenza col potenziale che l'elemento tradizionale offre, e nella seconda parte arriva ad amalgamarlo nella sua storia con molta più maestria (capacità che sarà ancora più sviluppata nel secondo capitolo della trilogia, The Lady of the Sorrows).
Il viaggio di Imrhien cattura: pur essendo un classico escamotage, le situazioni in cui si la ragazza si ritrova sono avvincenti e la capacità descrittiva dell'autrice ci offre degli scenari davvero belli. Su tutti, ho trovato estremamente affascinante il paesaggio acquatico del Mirrinor, per il quale la Dart-Thornton si sbizzarrisce nel descriverci flora, fauna e creature fatate con una ricchezza lessicale davvero notevole. E' anche questa una qualità distintiva della prosa della trilogia: una varietà di termini inusuali e spesso desueti che danno un tono colorato al racconto, quasi stessimo osservando le pennellate di un quadro impressionista.
Putroppo la traduzione italiana non rende altrettanto bene il lessico dell'originale, e in certi casi preferisce mantenere intatte diverse parole, prime fra tutte seelie e unseelie. Sono due termini obsoleti usati nei paesi anglofoni ormai quasi solamente per distinguere le due classi di creature fatate, le benevole e le maligne, e non sono quindi invenzione dell'autrice. Così come anche gramarye, carlin, bitterbynde, e altri che dovrei ricontrollare: niente impediva alla signorina Annarita Guarnieri di fare una ricerchina e scovare qualche equivalente italiano appropriato.
Tutto sommato, però, il romanzo scorre piacevole fino al finale che, vi avverto, è apertissimo: nulla verrà rivelato sul mistero di Imrhien. Dovrete aspettare fino al seguito per conoscere il passato della protagonista, e vi assicuro che ne vale la pena.
Pur con le sue piccole ingenuità da romanzo di debutto - la presenza di qualche spiegone di troppo che stona - The Ill-made Mute è un lavoro onesto. Date le pesanti connessioni con le tradizioni irlandesi forse l'autrice avrebbe dovuto prendere in mano il coraggio e ambientare il racconto direttamente nel mondo reale, piuttosto che in universo fantastico, ma tant'è: il libro rimane comunque un'opera umile e senza pretese, come pochi se ne trovano nel mucchio del reparto fantasy delle librerie.

Il sito di Cecilia Dart-Thornton: www.ceciliadartthornton.com